Guardia piemontese
Venerdì 8 Maggio 2015, dopo una breve sosta a Diamante per pranzare, alle ore 16:00 ci siamo diretti verso il Centro Storico di Guardia Piemontese, un piccolo paesino in provincia di Cosenza, che conta circa 300 abitanti. Pur così piccolo, questo paese ha una grande storia.
Guardia Piemontese ha la peculiarità di possedere un insolito patrimonio culturale e artistico, tenendo conto del fatto che da più di quattro secoli vi si parla l’Occitano, l’antica lingua d’Oc.
Le ragioni che hanno portato nel sud, precisamente in Calabria, questa comunità, proveniente da una valle alpina piemontese, sono prettamente economiche. Un facoltoso signore Calabrese cercava delle persone che lavorassero nei suoi campi. Così arrivarono dalla Val Pellice, portando con sé la loro lingua, l’Occitano, e la loro religione: la Valdese.
Il 5 Giugno 1561 un gravissimo fatto di sangue sconvolse questa comunità.
Vennero trucidate 2000 persone e di queste, 200 furono sgozzate nella sola cittadina di Guardia, colpevoli soltanto di professare una religione protestante. Il sangue di questi martiri scorse attraverso la porta che dava accesso al paese, in tale quantità che da questo avvenimento la porta d’ingresso della cittadina prese il nome di “Porta del Sangue”.
E’ interessante rilevare che tali fatti si svolsero undici anni prima del più conosciuto massacro della notte di S. Bartolomeo (24 Agosto 1572), durante il quale vennero trucidati dei francesi, a Parigi.
Abbiamo avuto il piacere di visitare il museo Valdese, all’interno del quale abbiamo potuto ammirare diversi quadri, abiti tradizionali del posto e in più un documentario nel quale si raccontava la storia degli Occitani; è stato molto interessante poiché abbiamo ascoltato, oltre che provato a leggere, la lingua Occitana.
Camminando per il paese abbiamo anche visto delle case con degli spioncini apribili dall’esterno, per permettere ai Domenicani di controllare se le persone, recentemente convertite al Cattolicesimo, stessero pregando.
In conclusione possiamo affermare che è stata un’esperienza molto istruttiva dato che abbiamo conosciuto una parte della storia che concerne la Calabria.